martedì 30 aprile 2024

era meglio ridere


 Ho promesso di non rimproverare la mia fragilità,

di fronte alla quale 

sorrido, ora, con impudicizia.


Era molto meglio ridere 

quando, severa, giudicavo l'imperfezione.


Così poca cosa ero

nel verdetto impietoso.


Bastava solo risplendere 

con incoscienza,

spogliarmi dell'armatura 

e liberare il cuore fanciullo.


virtù egocentriche dei fiori

 



Avevo raccolto un fiore,

una volta..


Me ne rammaricavo,

afflitta per la barbarie.


Strappare vanità 

ai loro giardini..


Quel fiore, emblema di candida virtù,

mi piaceva

e anelavo tenerlo tutto

per me.


Volevo fosse mio

e lo avrei restituito alla terra.


Che egoista!

Possedevo tutto!


Volevo averlo e dispiacermene.


domenica 28 aprile 2024

il giaciglio dei poeti


 

L'unica vera Patria 

a cui riconosco eccelse onorificenze 

è, a gran merito: il Letto!


Vorrei celebrare il letto dei poeti,

tempio sacro di plurimi rituali,

penisola che, dal muro verticale a spalliera,

si estende all'interno della grande pancia della camera dei sonni.


È luogo d'incanto e trasformazione.


Una zattera leggera, 

il letto,

su cui, lasciva, mi concedo agli effluvi germogliati nella scrittura,

nella lettura rapace,

nei pensieri intricati.


Mi lascio galleggiare,

ove la vita orizzontale si fa' lieta.


Il corpo sfrutta l'ozio,

incoraggiato dal comodo giaciglio,

si nega alla verticalità,

rifugia tutto sé stesso nel capezzale dei sogni.

Orizzontale, il corpo, è fuor di dubbio fucina creativa di forme audaci.


Il letto in questione è luogo magico,

ove l'occhio s'allena all'esperienza visionaria.


È qui che s'affollano le arti 

è qui che s'incrociano le preghiere

con i pianti, insaziabili.


Su questo esotico veliero appiccico la mia carne animata.

Da qui non voglio più scendere.


la pazienza dell'acqua

 



Con avidità uccido la Conoscenza, 

ignoro profondamente l'Intelligenza antica.


Quanto più desidero,

tanto più vanifico.


Il "Sapere"

conosce la lentezza

e .... attende.

Non divora,

si nutre con amore paziente.


Quando l'acqua scorre,

la contempla.

Non vive l'angoscia di annegarvi, sommersa.


Il "Sapere"

agisce nel silenzio 

e può Tutto,

anche Morire,

senza l'avidità bruciante della paura,

senza il sussulto delle ossa disincarnate e lievi.


Morire,

fra l'acqua scivolosa..

Morire,

ecco Tutto!


giovedì 25 aprile 2024

i giochi invisibili


 Ti ho vista carezzare le siepi dei giardini.

Camminavi lesta,

per frusciare la vegetazione croccante sulla pelle curiosa della giovane mano.


Eri tu,

impavida, a far suonare il metallo dei cancelli,

con le dita distese e turgide?


Credi ancora che le cose toccate si accendano di fervore?

Pensavi di alterare la verità, in quel gioco "illecito"....

Bugia puerile!

Reale era tutto ciò che sentivi!


Ti precipitavi su strade longilinee, schiantate nel sole,

in cui difficile è sapere dove si è realmente.

Sui marciapiedi infuocati d'agosto si può essere invisibili e, al tempo stesso, 

ogni cosa immaginata.


Ti osservo, poi, sul cuscino di sabbia.

Il tuo gioco è muto, mentre spasima a gran voce, il mare,

 e s'inghiotte, fra le spume salate,

le incisioni che foggiavi scavando quella poltiglia.


- scavare, scavare - 

Cavarci lo svago da ogni dolore!


Intarsiare di noia la corteccia del pino,

gesto fulmine dell'impulso ....

ivi, incidere in bel corsivo il nome, per non scordare..


Poi, daccapo, 

fuggire la bellezza del mondo.


Il tuo sorriso immoli alla nera luna 

mentre sogni, delusa,

i giochi invisibili della notte


lunedì 22 aprile 2024

Undina (dagli elementali di Paracelso)


 Raccontami una storia,

tu che partecipi alle favole con incanto.

Che ruolo avremo,

in questa fiaba senza ritorno?

Imbratteremo le nostre corse, mordendo fragole sanguinose?

Ci sarà spazio per le capriole ridanciane,

gridate nei crepacci della terra?


Più in là,

dopo i papaveri fascinosi e smaltati,

raggiungo il grande lago,

brodoso e smeraldino,

brillante sotto gli astri.


Attendo che mi raggiungi,

inginocchiata sul verde.


Le acque mi chiedono d'entrare 

e svaporarmi, come Ondina dai capelli d'alga.


Ecco perché non mi hai trovata:

il brodo fresco mi ha resa evanescente,

come la luce sotto la superficie.


Ora, fammi uscire!


La vita, fuor di questa fabula,

è tenerci per mano.


domenica 21 aprile 2024

il corpo Re


Ho percorso strade impervie

sedotta dalla legge del Re:

"Punizione o Ricompensa".

Con la prima giustificavo le mie debolezze.

La seconda mi è servita per gratificare le aspettative,

fin troppo ambiziose perché potessi ricevere in cambio il giusto riconoscimento.


Frattanto il corpo sentiva e, qualche volta,

lanciava i suoi moniti.

Nel corpo vi è la capacità di ogni fallimento.

Esso mira a comunicare con l'ottuso nostro essere,

per sviarlo, credo, dalla tentazione di essere ricompensato

o, al pari, punito.


Il corpo assume le sembianze del dolore,

affinché possiamo svelare gli errori del pensiero.

Soggiace alle metamorfosi più stravaganti

e quando la nostra indifferenza è troppa,

si mortifica del tutto.


Sotto l'abito di questo corpo

respira una creatura ottusa,

satura di pensieri;

essa crede con forza di potersi disfare del vestiario fisico, pretende togliersi l'ingombro al più presto.

"tanto l'anima si basta da sola"..

non sa di irretire sé stessa in quel pensiero banale..


È allora che il corpo si fa' fortezza 

e rapisce la povera anima,

segregandola nella fredda torre.

È questo il luogo nel quale Essa

impara (è plausibile) ad amare il suo Re.


sabato 20 aprile 2024

cos'è l'amore?




Tanto all'amore non giovan questi baci. 

Ad esso và dedicato l'orientamento,
l'allegrezza degli sguardi contigui,
la cura delle parole magiche,
gli abbracci salvifici.

E, poi,
dopo l'esser stati presenti ai pianti e ai sorrisi,

.... i baci,
tanti, 
all'amore van restituiti.



il sogno felice d'esistere

 



Ricordarmi del buio, 
quando la luce gonfia la pelle.

Sapere che vi è un'ombra di solitudine,
fra le trame tessute nel sole,
 tanto cara all'animo 
che giustifica, in essa, la sua caducità.

Sentire i chiaro scuri
nell'allucinazione del vivere.

Rincorro la promessa,
inciampo nell'oblio.
Noncuranza che tradisce il sogno felice d'esistere.

Questa luce, nello spasmo del cuore,
si ravviva mentre infilo, distratta,
una mano in tasca
e mi ricordo, allora, di aver vissuto quale sagoma disincarnata.

In tale, nuova luminosità 
scorgo, altresì chiaramente, 
la forma di questa materia bellissima.

Scalza, mi aggiro fra i recinti polari che mi contengono 
ora grigia, ora maculata di fulgidi sorrisi.

Ricordarmi di tutto,
lontano o attiguo,
il volto doppio di persona umana.

venerdì 19 aprile 2024

le ore delle rose


I giorni si realizzano spicci

e i petali si sciolgono, incalzati dalle ore fulminee,

immemori del loro colore.


Dissipare la carne,

tentano le ore, incapaci di estinguerne la virtù.


Ciò che sopravvive in chi ama la rosa 

è il penetrante, 

prolungato profumo,

sì che le ore delle rose odorano perpetue 


giovedì 18 aprile 2024

il "Dopo" dello svelamento



Dopo ciò che avevamo atteso con bruciante fervore, 

non rimane che il prossimo bruciante desiderio,

il quale cederà posto, 

dopo, 

ad un altro sospiro agognato e, 

dopo, 

l'urlo esausto dell'inafferrabile, taciuto solo dal rinnovato bisogno,

riacceso, poi, dal venturo:

"dopo"!


Ogni nostro "dopo" sgretola il promontorio a strapiombo, fino a polverizzarlo nel mare rosso dell'ineluttabilità.


Realizzo così che l'ossessione degli infiniti ricominciamenti dà luogo all'unica legge gravitazionale reiterata nell'umana natura:

"Siamo sospinti all'imperituro basso piano dell'adesso, il quale sempre illude le nostre attese".


l'Appuntamento






I fiori, nei campi, si adunano all'appello, con gioia.
Hanno atteso la stagione, pazienti, nell'intimità dei loro involucri.

La nostra stagione incombe.
Con sollievo schiudiamo i petali profumati!
Ritroviamoci al fresco profumo dei ricordi e delle vite nuove!

Tu ed io, fiori del mondo, coloreremo questo giorno di affetti.

La carne dei nostri pistilli sarà lucciola briosa nel buio dell'Anima.