venerdì 21 giugno 2024

la promessa

 


..giungeva all'albero fiorito con incanto:

"se ti accarezzo mi fai entrare?"

L'albero non rispose!


morti in terra

 

Chiudo gli occhi, senza felicità!

Sono cieca, di una cecità palustre.

Chiudo questi miei occhi perché non siano testimoni,

per proteggermi (o per viltà?).

Sotto le palpebre serrate soffia il grido rauco: Salva!

Ma tutto questo è già dentro,

violata, compromessa!!

Non saprò mai più cos’è un uomo.

Indigeribile, il boccone stopposo che mi s'è ficcato in cuore.

Chiudo gli occhi lividi, per amare questo dolore nelle cavità più intime, come un diario segreto chiude a chiave i suoi pensieri umidi.

In tutte le morti, in questa terra, c’è la mia arroganza di aver capito la vita.


escatologia dell'umana preghiera

 

Aveva pregato molto nella sua adolescenza, alla rinfusa, senza un reale sostegno che non provenisse dall'intuizione imberbe di creatura remota.

Si rassomigliava nei pianti pluviali che le ingombravano il viso. 

Origliava le grida "felici", le voci nel mondo fuori campo e non si cavava il coraggio d'esserne parte.

Un inganno, il coraggio.

Un prestigio raffinato, di cui era spuria?

Era nulla! Senza coraggio: il nulla!

Ecco che piangeva e pregava rinnovando riti.

Pregare fu l'unico atto di puro coraggio, un'acrobazia risoluta che l'avvicinava al mistero,

laddove le risposte giungevano fresche come lacrime oceaniche.

Il nulla, quello spazio bianco dentro il cuore sgarbato, rammemora oggi con consolazione.


severe stagioni

 

pressappoco trascorsero…. 

epoche di paralisi emozionale,

tutto quel tempo recrudescente e mai un prolasso del cuore. 

Nel "sonno" le possibilità di esistere e bleffare gratificano ogni volgarità. 

Un risveglio atipico, soggiogato alle nuove leggi: stagioni severe, prudenza!

“Avevi la luna fra le mani, ti dilegui con i suoi chiaro scuri e mi lasci nuova”!

Chiassosi, rubicondi sorrisi,

mi rivelano sincera.


anima e corpo

 


Così il corpo, diafano, cerca di rendersi visibile all'anima:

disadorno, ch'ella possa penare nel sugo degli umori.

Il digiuno incendierà la necessità dell’una per l'altro,

come la sete si riposa nell’acqua